La storia di Consonno, da borgo a città dei balocchi

LA STORIA DI CONSONNO, DA BORGO A CITTA' DEI BALOCCHI

Consonno oggi: un paese fantasma

Bellissimo murales con stilizzato l'emblema di Consonno, il minareto (G.Zardoni).

AVVERTENZE IMPORTANTI PRIMA DI INIZIARE LA VISITA
Riportiamo alcune importanti informazioni da conoscere prima di visitare Consonno. Ricordiamo innanzitutto che buona parte di Consonno è di proprietà privata. Le strade comunali sono percorribili a piedi mentre alle auto è stato precluso l'accesso tramite una due stanghe poste l'una all'inizio della strada che sale da Olginate, l'altra lungo la strada che sale da Villa Vergano. Le stanghe vengono aperte solo in occasione di eventi. Quindi Consonno è accessibile in auto in qualunque giorno dell'anno solo dalla strada che sale da Villa Vergano (in ogni caso la stanga su questo lato è a circa un chilometro dal paese, quindi non si può accedere comodamente a Consonno in auto quando le stanghe sono chiuse). Gli edifici sono sempre più fatiscenti e pericolanti e sono stati interamente recintati: come ogni recinzione provvisoria è possibile trovare dei varchi per superarla ma occorre ricordarsi che si sta entrando in una proprietà privata, cintata, e pertanto si è passibili di denuncia. Inoltre negli edifici abbandonati sono esistenti innumerevoli situazioni di pericolo nonché rischi di crollo quindi sconsigliamo in ogni caso l'accesso, soprattutto al minareto (scale pericolanti). E' in vigore una ordinanza del Sindaco di Olginate, che potete scaricare in formato .pdf cliccando qui.

Vista satellitare di Consonno nell'estate del 2005 tratta da maps.google.it

Raggiungere Consonno da Villa Vergano di Galbiate. Arrivando oggi a Consonno ci accompagna una strana sensazione. Ci si arriva dopo una strada piuttosto tortuosa, che più si avvicina al borgo ferito più si fa infida, avvolta da fitti castagneti. Lungo il tratto in bosco della stradicciola in  primavera troviamo i colori dei fiori, la frescura d'estate è apprezzabile, i colori d'autunno fantastici, il gelo d'inverno vela di brina l'asfalto. Ogni stagione ci riserva un avvicinamento diverso a Consonno: la stanga di chiusura è posta nel bosco. Di colpo un arco in ferro ci sovrasta come porta d'accesso, sul quale fa la guardia un cartello che ci ricorda come buona parte di Consonno sia di proprietà privata.

Fotografia di Alberto Segramora

I primi muraglioni di cemento ci accompagnano minacciosi sulla destra, mentre il panorama sul lago di Olginate, d'inverno, quando gli alberi sono spogli, occhieggia in basso a sinistra. Siamo all'ultima curva ed ecco che sulla sinistra svetta quello che oggi è sicuramente il simbolo di Consonno: l'improbabile minareto.

Il minareto della galleria commerciale svetta nel cielo azzurro (G.Zardoni).

Questa figura imponente come torre d'avvistamento sovrasta ciò che resta della città dei balocchi, dell'opera omnia del Conte Mario Bagno. Il degrado regna incontrastato. Sotto il minareto ecco un enorme palazzo in stile arabeggiante che ospitava la galleria commerciale, di fronte, tra il palazzo e il belvedere, ecco avvolta dalla boscaglia la grande fontana centrale con lo stagno circostante.

Primavera 2008: l'edificio del minareto trasformato in stalla (G.Zardoni).

Questa zona di Consonno è stata interessata da rave party notturni, lanciati con il "tam-tam" del web e di cui resta traccia nei motori di ricerca. In particolare, nel luglio 2006, il rave party "Summer Alliance" ha portato una grande devastazione a Consonno, per la cronaca della quale vi rimandiamo all'apposita sezione che si può raggiungere dalla pagina delle news. Dopo questo grave episodio un "giro di vite" da parte di Comune e Autorità e l'attività dei volontari degli "Amici di Consonno" ha impedito ulteriori rave party.

Scorcio aereo di Consonno da Nord (marzo 2005, foto di G.Zardoni))

Sulla destra compare poi ciò che resta delle baracche del cantiere e della centrale di betonaggio, perchè Consonno città dei balocchi è un luogo che in parte è rimasto della mente del Conte Bagno, e mai si è materializzato in toto: un cantiere continuo. Fino alla fine.

Particolare dell'impianto di betonaggio abbandonato (foto di Carla Mandelli).

Un camion dell'Impresa Mario Bagno... (foto di Carla Mandelli).

Proseguendo sulla destra troviamo la ex sede della "ASA Consonno - Associazione Servizio Anziani", che all'inizio degli anni Ottanta ha aperto in ciò che restava del Grand Hotel Plaza. La casa di riposo si è trasferita in una nuova sede a Introbio nel giugno 2007 ed immediatamente dopo è stata devastata da un rave party. Poco oltre, sulla sinistra, ciò che resta della vecchia balera.

Una vista della vecchia balera: sullo sfondo la galleria commerciale (G.Zardoni).

L'insegna della tavola calda, cadente (foto dalla pagina facebook "Consonno").

La tavola calda, "temporaneamente" chiusa da decine di anni, oggi riaperta nel periodo primaverile - estivo grazie agli "Amici di Consonno"(foto di Carla Mandelli).

Poco prima della balera la fantasia del creatore di Consonno città dei balocchi ha partorito una pagoda con delle sculture tecnologiche ed un vecchio cannone sul modello delle guerre napoleoniche. La strada che si deve percorrere obbligatoriamente svolta poi sulla sinistra, separando la balera dal palazzo con il minareto. Sulla destra vi è la ex tavola calda (ora sede del bar "De La Spinada") mentre si prosegue verso la balconata panoramica che è stata costruita sopra all'imbocco della nuova strada per Olginate, che è stata interrotta per frana nel 1976 e recuperata nel 2011.

Sullo sfondo il "Monte Mario", in lontananza il Monte Resegone (G.Zardoni).

Giunti alla balconata , scandita da pennoni a lancia, si può apprezzare un bel panorama sul Monte Resegone che compare alle spalle del poggio che i vecchi consonnesi chiamano scherzosamente "Monte Mario" dal nome del Conte Bagno, che lo fece abbassare proprio per godere appieno della vista sulle Prealpi lecchesi e per costruirvi un circuito per le auto che nelle sue intenzioni sarebbe stato il più suggestivo d'Europa.

Scorcio dalla balera verso la galleria commerciale con il minareto (G.Zardoni).

In fondo a Consonno città dei balocchi troviamo la vecchia chiesa di San Maurizio con l'adiacente casa del cappellano, gli unici edifici di Consonno antico borgo che si sono salvati. Nella casa del cappellano risiede tuttora l'ultimo abitante del vecchio borgo, Ferruccio Panzeri. Proseguendo sulla sinistra si imbocca la strada che il Conte Bagno aveva creato dal nulla per raggiungere Consonno direttamente da Olginate. All'altezza del primo cartello "a striscione" che sormonta la strada, se salite a sinistra raggiungete il piccolissimo cimitero di Consonno, l'unica cosa della Consonno antico borgo che si è salvata oltre agli edifici sopra accennati.

Vista del piccolissimo cimitero di Consonno (G.Zardoni).

Oltre al cimitero, se proseguite sulla destra, si sale sopra il "Monte Mario", ovvero la collina che il Conte aveva spianato per consentire la vista del Resegone. Qui sopra vi era il tiro al piattello. Oggi il Monte Mario appare come una delle zone più desolate di Consonno, in cui il dissesto idrogeologico è più evidente. Un vasto incendio lo ha interessato nell'inverno del 2008.

Vista dal Monte Mario a Consonno (G.Zardoni)

La galleria commerciale con il minareto

Raggiungere Consonno da Olginate (solo a piedi od in bicicletta ordinariamente, in auto nei festivi). Salire lungo la strada che il Conte Bagno aveva aperto per fare raggiungere Consonno da Olginate, oggi pienamente recuperata ed aperta al traffico delle auto ogni giorno festivo o durante le manifestazioni, ci porta sensazioni ancora più strane. La strada sale nel bosco e poi, tutto ad un tratto, si allarga in un piazzale, con lanterne sui bordi dalle forme più strane: si varca il vecchio portale medioevale, oggi demolito.

Il vecchio portale medioevale di ingresso, oggi demolito (dalla pagina facebook "Consonno")

 Sullo sfondo si staglia il profilo imponente di un edificio fantasma, quasi un disco volante, completamente in rovina e semicrollato, costellato da murales: si tratta del cosiddetto "pavesino".

Il "pavesino"(foto di Carla Mandelli)

Superato l'arco di quello che era l'ingresso di Consonno la strada sale regolare in un paesaggio quasi lunare, a causa delle erosioni del terreno e dell'evidente opera di modellazione del paesaggio che oggi ha reso tutto brullo. Ci sovrastano gradualmente gli archi in ferro in cui scritte in caratteri bianchi su sfondo azzurro invitavano al divertimento. Oggi, arrugginiti e cadenti, hanno un aspetto decisamente sinistro. Il primo messaggio "promozionale" era decisamente accattivante: "Consonno è il paese più piccolo ma più bello del mondo", talmente fuori misura anche sul cartello da costringere l'autore a dipingere il testo su due righe, con caratteri quindi meno cubitali degli altri striscioni. Ecco il primo striscione, in una foto d'epoca (dal documentario della televisione svizzera).

Procedendo ecco un invito esplicito: "A Consonno è sempre festa". Ve lo riportiamo qui sotto, nella sua versione d'epoca (dal documentario della televisione svizzera) ed in una immagine più recente, con lo "striscione metallico" arrugginito e quasi illeggibile (foto di Carla Mandelli).

Ma non era finita qui. La strada infatti prosegue e all'orizzonte compare il minareto, mentre varchiamo un'altra arcata con un nuovo messaggio: "Chi vive a Consonno campa di più". Insomma, un paese dei balocchi miracoloso! L'ultima arcata ci avvisa che oramai siamo giunti alla meta, pronti al divertimento più sfrenato: "Qui Consonno tutto è meraviglioso". Lo potete vedere qui sotto (foto di Paolo Gilardi, maggio 2006).

Proseguendo diritti ci troviamo di fronte alla chiesetta di San Maurizio... (foto di G.Zardoni)

Chiudiamo con quest'altra foto aerea (marzo 2005, foto di G.Zardoni) il rapido viaggio in ciò che è Consonno oggi.

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